Forum di discussione su problematiche inerenti disagi psichici. |
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| La mia storia (versione breve) | |
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sergio67
Messaggi : 292 Data di iscrizione : 27.10.09 Età : 57
| Titolo: La mia storia (versione breve) Dom Feb 28, 2010 12:32 am | |
| A gentile richiesta ( ) riassumo brevemente il mio percorso. Dico brevemente perchè ho un documento in cui avevo cominciato a scrivere la mia storia. Ho raggiunto le quattro pagine e sono ancora ben lontano dalla fine... forse un giorno lo posto per intero... magari una pagina al giorno, stile romanzi d'appendice... chissà . Ho 42 (ormai quasi 43) anni, una moglie, due figli di 11 e 15 anni. La mia storia per come l'ho ricostruita parte da molto lontano. Già a 12 anni il cibo era la valvola di sfogo delle mia irrequietezza interiore. All'inizio era solo un leggero sovrappeso, poi, lentamente ma inesorabilmente nel corso degli anni, sono arrivato all'obesità (sì, è così che si chiama), e alla fine per i motivi che sipegherò sono arrivato alla depressione. Allora dicevo, 12 anni. Un ragazzo chiuso, isolato, introverso, insicuro. Portato per la matematica, ma pochissimo per lo sport e i rapporti sociali. Di fatto nessuno con cui parlare. Nessun amico fidato. L'unica volta che ho provato a confidare qualcosa a un compagno di classe me ne sono pentito rapidamente, perché prima di sera, qualcuno mi ci stava già prendendo in giro... e che ci crediate o no, brucia ancora. Nonostante i 30 anni passati e nonostante sia un argomento che ho già affrontato più di una volta, anche in terapia. La famiglia. Anche lì poco spazio per il dialogo. Mia madre molto timida, troppo memore di una madre eccessivamente invadente ha scelto la strada di non interferire. Mio padre... mio padre è un discorso forse troppo lungo per questo spazio. Lui era fautore di un'altro tipo di metodo di insegnamento. Per insegnare a un bambino a nuotare, buttalo in acqua. E' un metodo fantastico, e molto poco impegnativo. Quasi tutti i bambini su cui è stato usato hanno rapidamente imparato a nuotare. Io sono affogato. E poi mio padre era una persona estremamente capace, anche troppo. Ma incapace di concepire che qualcuno fosse più bravo di lui. Fosse anche suo figlio (o sua figlia). Qualunque fossero i nostri risultati si dividevano in tre categorie: avremmo potuto fare di più, lui alla nostra età aveva fatto meglio, non servivano a niente. Non so come ci sono riuscito, forse attraverso la mia passione per la matematica, forse perché in questo ero (sono?) veramente bravo. Mi ha aiutato. Fatto sta che sono riuscito a crearmi una famiglia meravigliosa. Ma ho commesso il grave errore di lavorare con mio padre. Ad ogni modo, tra alti e bassi sono andato avanti. Alla fine comunque, inevitabilmente, mi sono scontrato con mio padre e "ho perso". Tralascio tutta la parte della separazione dei miei genitori avvenuta che avevo circa vent'anni, ma anche questo ha contribuito a creare in me un rancore profondo nei suoi confronti. Rancore che ha covato per lungo tempo sotto la cenere. Poi è morto E' morto rapidamente, nel giro di tre mesi per un tumore ai polmoni (era un forte fumatore). E io sono crollato. Un enorme senso di colpa per non essermene accorto prima (quando ce ne siamo accorti aveva già le metastasi al cervello). Quasi la convinzione che non avessi "voluto" vedere, a causa del mio rancore. E poi il contatto con la morte. Ha smesso di respirare davanti ai miei occhi. Riporto un brano dall'"altra storia": Ho ancora negli occhi quando è morto mio padre, sono passati quasi due anni, ma lo ricordo come se fosse ieri. E lì, sul letto, in agonia da qualche ora, stiamo solo aspettando che si spenga. Poi all'improvviso un respiro a metà, un rumore strano e arriva la fine. Dunque è così che finisce la vita. Non ha senso. Ha faticato tanto, ha lottato tanto, ha urlato, strillato, l'ho visto in volto rosso di rabbia, e l'ho visto sorridere il giorno in cui si è sposato con una nuova compagna, per cosa? Perchè tutto finisca in un soffio di vento, in un battito di ciglia. Che senso ha?Fatto sta che tutto quello che portavo dentro si è condensato in una parola: "depressione". Passano due anni e mia moglie mi costringe ad andare a fare una visita dietologica. Lì incontro la mia prima psicologa che mi dice che sono depresso. Incontro un altro paio di psichiatri, una con una specializzazione in "psicosomatica" (boh), che mi lasciano perplessi. Poi incontro il mio terapeuta, che mi da subito sensazioni positive. E inizio la terapia. Siamo ormai al febbraio 2009. Ed è in quel periodo che comincio a frequentare anche i forum. Ma dopo un paio di mesi ho un momento di difficoltà e "abbandono" A ottobre 2009 l'incontro con la meditazione. La terapia nel frattempo mi aveva già dato molto, ma questo mi fa fare veramente un salto. Torno nei forum con rinnovato entusiasmo, e con una nuova consapevolezza. E' lì che la incontro la Dott. Guariniello. Mi piace quello che dice (e non mi paga per farle pubblicità ), così mi spingo ad incontrarla in chat... Il resto dovreste saperlo... chiudo con la mia firma "storica" che qui per qualche disguido tecnico non compare in automatico: puoi sentirti perso, ma non puoi mai veramente perdere te stesso... | |
| | | christel
Messaggi : 103 Data di iscrizione : 21.02.10
| Titolo: Re: La mia storia (versione breve) Dom Feb 28, 2010 1:17 pm | |
| Grazie Sergio, è una storia veramente intensa... | |
| | | stellina
Messaggi : 402 Data di iscrizione : 23.12.09
| Titolo: Re: La mia storia (versione breve) Lun Mar 01, 2010 11:26 am | |
| ciao Sergio ...... alla fine hai scritto la tua storia !!!! ...... volevo chiederti, oggi tu sei un padre, che rapporto hai con i tuoi ragazzi ??? ... | |
| | | sergio67
Messaggi : 292 Data di iscrizione : 27.10.09 Età : 57
| Titolo: Re: La mia storia (versione breve) Lun Mar 01, 2010 3:22 pm | |
| Che rapporto penso di avere ? Mia moglie dice che sono un ottimo padre, ma io non ne sono tanto sicuro . Mi sembra di essere troppo altalenante e non riuscire a tenere le mie personali difficoltà fuori dal rapporto con loro. Comunque alla base del rapporto con loro c'è l'idea che sono delle persone con una loro identità, da rispettare. Hanno meno esperienza di me, e devono essere "accompagnati" nel loro cammino di crescita fino a quando andranno avanti da soli. Devono rispettare alcune regole anche se non le condividono (es. mantenere in ordine gli spazi comuni... ). Ma possono parlare con me e con la madre di qualsiasi argomento, sesso incluso. Non ci sono errori che non possono confessare. Cerco di spiegare i miei motivi, ma se non li capiscono o se non mi convincono dei loro intervengo con l'autorità. E cerco di ammetterlo quando mi accorgo si aver sbagliato. Loro invece tendenzialmente parlano più con la madre che con me, ma credo di essere comunque per loro un punto di riferimento importante. Insomma, cerco di fare del mio meglio... | |
| | | stellina
Messaggi : 402 Data di iscrizione : 23.12.09
| Titolo: Re: La mia storia (versione breve) Lun Mar 01, 2010 9:16 pm | |
| mio padre dice sempre che il mestiere più difficile a questo mondo è proprio l'essere genitore ..... se sei troppo severo crei danni, se sei troppo permissivo crei danni .... come ti muovi fai qualcosa di sbagliato .... e poi ci sono i fattori esterni che incidono tantissimo nella crescita di un figlio !!! l'importante è far sapere che ci sei .... in qualsiasi momento, fiducia e rispetto da ambo le parti .... poi la maturità verrà con gli anni soprattutto imparando dai propri errori !!! ... sai come ti vedo ??? come un gran orsacchiotto tenerone e tanto premuroso !!! | |
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| Titolo: Re: La mia storia (versione breve) | |
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