Quando i genitori ti trovano un genio

Nonostante la maggior parte delle discussioni cui era destinata questa sezione dovevano riguardare casi di genitori soffocanti, convinti di avere ragione su tutto e quindi decisi a imporre le proprie decisioni ai figli, la mia si basa su un caso diametricalmente opposto.
I miei genitori hanno sviluppato una stima e una fiducia in me che va molto oltre quella che un qualunque genitore, anche il più premuroso, prova per il proprio figlio (sic!). In qualche modo, mi considerano una specie di oltreuomo, qualcuno che sa sempre quello che dice e fa (e questa convinzione è rimasta immutata nonostante la comparsa dei miei disturbi mentali) e che quando questo appare strano o sospetto, si tratta in realtà di qualcosa di troppo sottile e profondo per poter essere immediatamente compreso.
Tutto questo non mi è mai dispiaciuto poi così tanto, ma devo anche ammettere che mi ha causato una serie di problemi.
Dai 14 anni in poi, ho cominciato a intraprendere scelte molto impulsive e rischiose per il mio equilibrio, e tutte sono state puntualmente assecondate. Sono stato sballottato da una città all'altra dell'italia inseguendo sogni romantici; oppure ho lasciato "con successo" gli studi per continuare la scuola da autodidatta con loro piena approvazione; o anche sono riuscitio a curarmi dolorosi mal di testa con antidolorifici oppiacei, che il mio compiaciuto papà si procurava grazie alla sua amicizia con il farmacista.
Insomma, due genitori apparentemente disinteressati e irresponsabili. Ma ritengo che le ragioni all'origine del loro comportamentopenso siano più complesse di così.
Sin da piccolo, sono stato considerato dalla famiglia una specie di genio. Un bambino che sviluppava abitudini bizzarre e insolite di pari passo con i suoi eclatanti risultati in qualunque campo.
Il tutto si è consolidato con la meraviglia degli psicologi infantili che mi hanno visitato, dal "tutto esaurito" durante le esibizioni che mi facevano tenere a casa di amici e parenti, dagli eccellenti risultati ottenuti durante la scuola, cominciata con più di due anni di anticipo...
In definitiva, avevano trovato in me qualcuno che aveva modi strani di fare le cose, ma che alla fine le faceva meglio di chiunque.
Questo loro convinzione, alla lunga, si è dimostrata un'arma a doppio taglio per la mia vita. Se da un lato potevo liberamente prendere qualunque decisione, dall'altro sentivo tutto il peso delle mie scelte, perché la responsabilità non sarebbe stata di nessun altro. Inoltre, molte delle cose che un genitore nella media avrebbe impedito di far fare al proprio figlio e che invece a me sono state concesse, si sono rivelate le più devastanti per il mio equilibrio.
Odio che qualcuno mi dica cosa fare, e probabilmente avrei ottenuto comunque quello che volevo dopo essermi battuto un po', ma penso che non mi avrebbe fatto male un po' di polso fermo. Spesso attribuisco a questa mancanza molti dei miei problemi attuali.

In effetti è difficile sentirsi un mito e non una persona. Qui può rischiare di più però...

Non posso fare a meno di notare come le risposte del dottor Esposito nelle mie discussioni si stiano facendo via via più contratte. Non sarà per la discussione nella sezione dedicata all'umore? Avanti, scherzavo solamente un po'. A che serve essere matti se non ti puoi divertire?
Prometto di gettare meno fumo negli occhi, lei però mi dedichi delle belle risposte nutrite. Almeno 500 parole. Foglio protocollo.

"Non posso fare a meno di notere che le risposte del Dott. Esposito etc etc"
Mmh, con chi sta parlando?

Come può pensare che io assecondi le sue richieste di come dovrei essere e di come dovrei fare fino a diventare un personaggio! E' lei che l'ha fatto fin troppo nella sua vita, per questo io non lo farò con lei.

Ci sarebbe stato bene alla fine un "FATALITY!". Non volevo certo propormi come modello, ci mancherebbe. Io sono qui per fare i compiti e imparare.

Mi sono chiesto spesso quanto della mia storia derivasse dai miei genitori e quanto invece dipendesse da me.
In realtà è una domanda a trabocchetto. Perchè quel "quanto" in verità nasconde un sottinteso: "quanta colpa hanno loro"? E "quanta colpa ho io"?
Oh certamente i miei genitori hanno una montagna di colpa. Anche loro irresponsabili a modo loro. Anche loro ciechi di fronte alle mie (e potrei dire anche a quelle di mia sorella) necessità. Impossibilitati a capire quale era la cosa giusta da fare per aiutarmi a vivere una vita diversa. Mio padre incapace di accettare dei figli che riuscissero a fare una qualsiasi cosa meglio di lui. Mia madre, vittima di una madre troppo presente, troppo presa dal non interferire. Oh certo, se fossero stati diversi io sarei stato diverso. Forse avrei avuto un po' più di autostima. Un po' più di passioni e un po' più di convinzioni. Così non è stato. Ma è davvero colpa loro?
In questo anno ho ripercorso una parte della mia storia. Ho capito che tutto quello che hanno fatto non l'hanno fatto con l'intento di ferirmi o di punirmi. Anzi. Loro credevano di essere nel giusto. Mio padre amava dire che agendo con la convinzione a fare del bene si finisce con il fare i danni peggiori. Beh, lui non se ne è mai reso conto, ma ne sarebbe stato la prova più evidente.
Oggi penso che anche loro agivano in modo egoistico ma in un senso meno negativo del termine, ovvero nel modo che ritenevano giusto per sentirsi a posto con la coscienza. Ma esiste qualcuno che è veramente capace di agire in un modo diverso?
Per molto tempo ho portato loro rancore. Ma così facendo, chi ho veramente danneggiato?
Bisogna perdonare. Perdonare e perdonarsi.
Perdonare non serve al perdonato. Chi viene perdonato non ne riceve nessun vantaggio, se si sente in colpa continuerà a sentirsi in colpa. Se gli è indifferente, continuerà a sentirsi indifferente. Non sono cattolico, e non mi interessa il volere di un fantomatico Dio, ma l'ho sperimentato in prima persona. Quando perdoni qualcuno, non è a lui che stai facendo un dono, ma a te stesso.
Ad ogni modo, chiunque abbia commesso degli errori in passato, io ti chiedo: puoi cambiare il presente? Intendo se puoi cambiare "questo preciso momento". No, non puoi. Nel momento stesso in cui lo vivi e lo sperimenti ti rendo conto che è già tardi per cambiarlo. Quindi è così importante andare a pensare al fatto che se i tuoi genitori avessero avuto più polso tu non staresti così?
Quello che conta è sempre "ora". Oggi tu sei così. Punto. Ma oggi puoi scegliere. Puoi fare qualcosa che ti farà continuare a soffrire o puoi fare qualcosa che ti farà stare meglio. Oggi la scelta è tua. Cosa farai?

Quanto all'essere "dall'altra parte della barricata", essere oggi genitore, che dire? Cerco di fare del mio meglio. Cerco di guardare ai miei figli come individui autonomi e non come mie estensioni, cerco di essere presente e distante allo stesso tempo. Cerco di essere giusto e coerente e di non proiettare su di loro i miei problemi o i miei "film mentali". Cerco di essere consapevole.
Ci riesco? Probabilmente no . Ma vado avanti sperando di commettere il meno errori possibile...