come funziono?

a febbraio del 2008 sono rimasta incinta.
a marzo l'ho scoperto del tutto inaspettatamente. Avevo un ritardo ma sentivo che mi stavano per venire le mestruazioni, quindi decido di fare il test solo per sfidare il mio di allora compagno mi interessa la sua reazione ma non ho nessun tipo di dubbio. Solo quando la striscia di colora chiaramente di blu, molto prima dei tre minuti e poi quella dopo ancora e poi un paio d'ore dopo una ecografia mi conferma che è proprio così. Allora mi dispero, piango, mi arrabbio con me stessa e con lui (certo non era stata opera dello spirito santo), sto male e rifletto ma non ho mai un dubbio su quella che è stata la mia scelta. Ne parlo con lui, con i miei amici più stretti, con una ginecologa, con i miei e, molto razionalmente e serenamente ad aprile abortisco.
Tutte le mie razionalizzazioni, ragionamenti, pensieri e convinzioni mi servono per sapermi sempre rispondere alla domanda "è giusto?" e so sempre dire di si, oggi, ieri e anche appena esco dalla sala operatoria.
Poi però quando sto male (per la bulimia o solo sono triste o per un litigio o un'arrabiatura) mi costringo a questo gioco sadico: apro la mano e conto con le dita quanti mesi avrebbe oggi, cerco per strada per capire quanto sarebbe grande un bambino così?
me lo immagino in braccio e penso "solo te avrei avuto, solo te volevo e adesso non niente" e così mi tormento
e ho sempre la strana impressione di provare un certo gusto nel sentire dolore, nell'avere proprio un amore speciale del sentirmi afflitta. Quindi mi chiedo spesso quale sia la causa e quale l'effetto. So che mi risponderete che non ha rilievo, ma questa è una mia grossa curiosità, può darsi che io non abbia pianto abbastanza e abbia vissuto troppo bene l'aborto pagando lo scotto rateizzato oppure può darsi che in determinate occasioni mi piaccia star male e mi rintano in questa fonte sicura di dolore ogni volta che ne abbisogno? mi è venuto in mente non molti giorni fa un ricordo che mi sembra in linea con quello che mi accade ora. Ricordo che alle scuole elementari mi sarebbe piaciuto essere balbuziente, oppure rompermi un braccio e agognavo più che al paese dei balocchi all'idea di poter essere ricoverata in ospedale o anche solo di avere l'apparecchio per i denti e parlare male o forse pure mi sarei accontentata degli occhiali da vista insomma io volevo una menomazione. Sono normali fantasie da bambini?

Leggendo la tua storia mi salta agli occhi un conflitto, quello tra la donna razionale che decide in base alle sue esisgenze, forte e sicura di se, e quello della bambina/ragazza che chiede "perdono" al suo bambino.

L'aborto non è mai una scelta facile; comporta sempre una perdita di sè poichè feto e donna sono tutt'uno, e anche quando la scelta è fatta con cognizione di causa - lungi da me qualsiasi giudizio - il senso di colpa spesso affligge la donna per lungo tempo,
e viene fuori sotto forme diverse.
Vedi, è naturale avere paura che la scelta fatta sia stata sbagliata, c'è tutto un lato emotivo della vicenda che in un certo senso hai evitato per troppo tempo, ed ora sta venendo a galla. Hai bisogno di piangere, hai bisogno di lasciare uscire questo dolore,
senza per forza castarti ogni volta perchè "ti sembra strano" . Non è strano.

Riguardo alle fantasie da bambina, probabilmente il fatto di avere una menomazione, un dolore fisico, l'associavi ad una maggiore attenzione. Quando siamo malati i genitori ci coccolano, si prendono cura di noi, sono preoccupati e quindi siamo al centro dell'attenzione. Per fortuna le tue erano solo fantasie! Ma pensa alla situazione attuale: ti fai del male, chiedi l'attenzione per il tuo dolore, anche inconsciamente, è come un richiamo verso chi in questa situazione non ti è stato vicino come avresti voluto.

Una cosa che ritengo utile è scrivere, scrivi ciò che senti, e poi a distanza di qualche tempo, rileggiti. Può sembrarti banale ma scrivere è un mezzo potente per analizzare se stessi, e per elaborare il lutto.



A presto.

io ho l'impressione che lei abbia riscritto quello che avevo già scritto io
non ha risposto a nessuno dei miei interrogativi
la ringrazio ugualmente
Y.

Cosa avresti voluto che scrivessi?

devo rispondermi da sola?

Lo psicologo non ha tutte le risposte.
Ti aiuta a trovarle o a cercare quelle possibili.
In definitiva, è una risposta che cerchi ?

esatto

Ho provato a darti il mio parere, ma secondo il tuo punto di vista è sbagliato,
inutile, una ripetizione del tuo racconto.
Sei sicura di volere una risposta, qualunque essa sia?
Ti pongo questa domanda perchè è assai facile dare una risposta,
ma questo non significa sia quella giusta, magari è solo quello
che vogliamo sentirci dire, il che non necessariamente è utile
per superare una determinata fase di vita.

La tua è stata una scelta difficile, ora la stai elaborando.
Forse è bene focalizzare la tua attenzione sui tuoi pensieri a riguardo, sulle tue emozioni.
Tu scrivi: come funziono?Come "dovresti" funzionare?

Mi scuso se ti do del tu, è un modo per farti sentire più a tuo agio
ma se ti infastidisce ritorno al lei.

si, sono sicura, qualunque essa sia.

Il tuo gioco macabro serve per punirti, razionalmente hai preso la decisione per te più ovvia
ma le tue emozioni dicono il contrario.

Ti fai del male perchè credi di meritarlo, visto quello che hai rifiutato.

Questa è una possibile risposta alle piccole manie che citi nel testo.