Meditazione

Ho 42 anni e il mio percorso di vita mi ha portato a incontrarmi un giorno con la meditazione.
Ho sempre avuto problemi di peso, ma dopo la morte di mio padre (quasi tre anni fa) le cose sono peggiorate. Attraverso l'incontro con una psicologa presso un centro di disturbi alimentari mi è stata "diagnosticata" una depressione maggiore, e a nel marzo scorso ho iniziato un percorso di psicoterapia.
Non saprei dire perchè un giorno ho detto che mi sarebbe piaciuto iscrivermi a un corso di meditazione, forse perchè mi aveva sempre affascinato, forse perchè desideravo uno spazio ancora più mio. Fatto sta che a inizio settembre quest'idea mi torna in mente e decido di renderla realtà.
Non sono riuscito a trovare un corso, ma ho trovato molto materiale, e per prima cosa ho scoperto che la cosa più importante della meditazione non è farsela insegnare, ma praticarla.

Così un bel giorno mi sono seduto sul letto e ho provato. La mia vita è cambiata quel giorno. In realtà non è cambiata PROPRIO quel giorno, ma io so che la catena di eventi che sono seguiti sono originati da lì. Da quel quarto d'ora che ogni mattina dedico a me stesso e solo a me stesso. A conoscermi e a osservarmi. A placare la mia mente e concentrarmi sul presente.

Così ho deciso di aprire un thread, per uno scambio di idee sulla meditazione, sul ruolo che ha, che ha avuto, o che potrebbe avere nella nostra vita.

Vi aspetto

salve Sergio sono contenta di poter parlare di meditazione .Dal momento in cui decidiamo di praticarla anche per pochi minuti al giorno inizia.,n viaggio meraviglioso.. il Nostro,,quello dentro di noi .corpo e mente uniti il nostro respiro il nostro cuore che bette e poi la riscoperta di quell'angolino che c'e' in noi dove nessuno puo raggiungerci o influenzarci e iniziamo cosi a sentire fluire l'energia vitale che inzia a scorrere liberamente (in psicologia flusso)la meditazione e uno stato armonico in cui puoi dare il meglio di te stesso senza sforzo vivere una vita nuova piena e ricca di sensazioni e sopratuttoimparare a vivire qui adesso .La percezione del nostro corpo nello spazio Io sono Io ci sono con il Mio modo di essere il Mio modo di pensare condividere amare e con la mia unicita che caratterizza ogni essere umano.Un abbraccio

Ciao Sergio,
mi presento. Sono il Dott. Esposito Luca, psicologo clinico e di Comunità, specializzando in psicoterapia sistemica, fodatore del forum insieme alla carissima Dott.ssa Guariniello.
Il suo intervento è molto prezioso per chiunque, come lei, stia attraversando un periodo di sofferenza. Cerco brevemente di spiegare il perchè. Mi ha colpito la sua decisione di con-dividere l'esperienza della meditazione personale e gli effetti benefici che può procurare nella sezione "angolo dello sfogo", quasi a voler esprimere il desiderio che l'anima di "gridare al mondo" quanto possa essere utile e terapeutica una nuova esperieza. Ciò che spesso caratterizza la sofferenza dell'anima è senza alcun dubbio l'immobilità, la stagnazione e la fissazione in una condizione che appare irrisolvibile. In questa condizione sembra che qualsiasi nuova esperienza appaia futile, impossibile o inefficace. Il provare, l'esperire e lo sperimentare diventa apparentemente impossibile, oppure pregno ti fantasie che lo rendono inaccessibile se non poco desiderabile. Viene a mancare proprio quel "E se invece?" che mi sembra l'abbia accompagnato negli ultimi periodi e che rappresenta una possibile spinta per uscire da un circuito a vuoto. Spesso basta poco per generare una catena inarrestabile di cambiamenti.L'esperienza della meditazione, nel suo caso, sembra quasi abbia favorito quel mutuo passaggio tra il dentro e il fuori, tra l'Io e il Noi, che caratterizza qualsiasi relazione. Lo deduco dal fatto che per lei non è solo un'esperienza privatistica, ma un mezzo per avvicinarsi a se stesso per arrivare all'Altro, e dall'altro si ritorna verso il Sè.
Sarei interessato a sapere di più sulle tecniche che usa, sul tipo di materiale raccolto, se ha sue particolari modifiche e suggerimenti. A presto.

Preg.mo Dott. esposito le tecniche di meditazione sono varie per inziare dal puntare un oggetto al focalizzare un punto nella mente ecc, l'obiettivo e' quello di concentrarsi su se stessi e liberare la mente da ogni pensiero (digiuno mrntale).Di conseguenza le tecniche sono tante ma possono non esserci perche' ogniuno di noi ha un suo modo di accostare se stesso per ritrovarsi-Per me fare meditazione e' sicuramente lavventura piu'bella sedersi in un luogo tranquillo e ascoltarsi riscoprire la nostra intelligenza pnteriore il silenzio e la creativita che e'dentro di noi ed interpretarla alla vita giorno per giorno scoprire nuove tecniche nuovi approcci il cambiamento avviene lentamente giorno per giorno il nostro corpo conosce gia cio di cui ha bisogno dobbiamo solo imparare ad ascoltarlo con il cuore ..un percorso verso il volersi bene Saranno' il nostro cuore la nostra mente ad indicarci la via maestra la ,,,,,tecnica '

Di tecniche meditative ne esistono certamente molte, ma quella che alla fine ho sentito più mia è la meditazione Vipassana.
Ho iniziato quasi per caso, cercando su Internet un corso e finendo per trovare indicazioni operative e l'invito a "provare" di persona.
Da subito l'idea di concentrarmi sul respiro mi ha affascinato molto più dello Yoga o della ripetizione di un mantra. Forse perchè nel mio profondo ateismo ho sempre rifuggito l'idea di un "rituale".

Fatto sta che un bel giorno, circa due mesi fa, ho provato, ed è stata un'esperienza unica nel suo genere. Prima di cominciare avevo "rovistato" in qualche sito (specialmente "lametidazionecomevia.it") attratto da reminescenze di Zen (che mi aveva già attratto nell'adolescenza), ed avevo letto qualcosa del "qui e ora", della concentrazione sull'attimo presente, ma non avevo la minima idea di cosa significasse.

Hai ragione Serena, la meditazione ci riporta al qui e adesso, che è assolutamente essenziale per riuscire a superare la sofferenza che ci portiamo dentro. E anche per me, in questo momento, è dedicare una mezz'ora a me stesso, al mio benessere, al "volermi bene".

Comunque stavo dicendo che ho cominciato. E in quei pochi minuti ho improvvisamente capito che la mia vita non era mai stata "qui e ora". Era come se avessi vissuto da sempre "fuori sincronia", con la mente che oscillava tra i rimpianti delle cose passate e i castelli di futuri improbabili o impossibili, ma che non era mai concentrata sul presente. Senza rendersi conto che è dal presente che nasce il futuro.

Non è che improvvisamente da quel giorno sia cambiato tutto, la meditazione non funziona così, ma mi sono reso conto che era possibile un modo diverso di vedere le cose, un modo diverso di vivere. Il fatto è che il respiro è così essenziale, è elementale. In qualche modo è la vita stessa.

Così ho approfondito (anche a seguito di alcune "osservazioni" del mio terapeuta sul mio approccio "casereccio", questa la sua parola, alla meditazione). Adesso sto finendo di leggere "Mindfulness in Plain English" di Henepola Gunararatana, un testo che oggi ritengo assolutamente indispensabile per un novizio della mediatazione.

E col tempo ho anche capito che oltre a vivere "fuori sincronia", forse per insicurezza, per la paura di aggiungere errori ad errori, o perchè convinto che "non ce l'avrei fatta", ero perennemente alla ricerca della possibilità di cristallizare il tempo. Di rendere eterno l'attimo fuggente. E questa impossibilità alla fine mi creava profonda sofferenza.
La meditazione mi sta aiutando anche in questo. A fare i conti con l'eterno fluire del tempo e a vivere in sintonia con esso.

Posso aggiungere che in parte il Dott. ha ragione in merito allo scrivere nell'"angolo dello sfogo". Ho scritto qui perchè mi è sembrata l'unica sezione "compatibile", ma ho scritto innanzitutto perche desideravo condividere qualcosa di mio ma che per me rappresenta un esperienza troppo significativa per poter essere custodita nella solitudine. Perchè avrei veramente voglia di "gridarlo". Perchè nel mio percorso di vita ho attraversato "l'abisso senza fondo", il "male di vivere", l'ho toccato con il corpo e con la mente. E so quanto può essere difficile quando ci sei dentro. E so quanto la meditazione mi abbia aiutato.
E sebbene ognuno abbia il proprio personale percorso, spero che la mia storia possa essere di aiuto a chi ne ha bisogno.

@ Caro Sergio,
come ti ho già detto in altra sede io sono una fan della meditazione e credo tanto nella potenzialità di questa tecnica.
Credo fermamente sia utile un pò per tutti ma in particolar modo per coloro che non riescono a SENTIRE, PERCEPIRE, AVERE CONTATTO con il proprio corpo che è una delle caratteristiche ad es.dei disturbi alimentari. è come se si passasse una vita intera a farsi del male in tutti i modi per non sentirsi, ci si anestetizza per non sentirsi, e poi con la meditazione si esperisce per la prima volta che quel corpo che tanto odi è il TUO, quel cuoricino che batte è TUO e ATTENZIONE sta battendo (sembra una cosa scontata ma non lo è affatto!!), quelle emozioni che cerchi di reprimere sono TUE e grattano, grattano, per uscire fuori e finchè cerchi di reprimerle è come se viaggiassi in una direzione opposta, in contro senso, ed allora forse per la prima volta SENTI che vale la pena allearsi con il proprio corpo : non è lui il tuo nemico (mi viene in mente un motto cinese "Ognuno di noi va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non puoi sapere se questa al suo risveglio vorrà leccarti o sbranarti.). Perciò quando tu mi parlasti di dimagrire per sentire più TUO il tuo corpo non ero d'accordo, è come se ci fosse una contraddizione, non trovi?
Son contenta degli effetti benefici che tutto ciò ha avuto su di te e sono contenta che ti stia facendo recuperare il contatto con il "QUI ed ORA", che in fondo se ci pensi è l'unica cosa certa che abbiamo, quindi per te non è una conquista da poco, anzi.. So bene quanto sia sfasata la dimensione temporale quando si è in preda ai sintomi alimentari (mi piace chiamarlo il fenomeno del "fuso orario" dei dsturbi alimentari!).
Hai fatto benissimo a condividere i tuoi pensieri, le tue emozioni, i tuoi successi ed insuccessi, possono essere d'aiuto a tante tante persone che eclissate dal dolore non riescono più a vedere una via d'uscita. Credo che uno dei lati positivi del viaggio all'interno del tunnel che definisci "male di vivere" sia che quando finalmente si torna, si torna cambiati, più ricchi, migliori, con una risorsa in più ed è un peccato non urlarla al mondo... Quindi GRAZIE Sergio!

@ Cara Serena,
grazie anche a te di aver condiviso con noi la tua esperienza. Mi è piaciuta molto la frase "il corpo conosce già ciò di cui ha bisogno, dobbiamo solo ascoltarlo", niente di più vero e sono stati fatti tanti studi a riguardo che lo dimostrano scientificamente! Solo che a volte è più semplice (forse superficiale?) FARE che ESSERE, o ancora correre correre correre, inseguire qualcosa, piuttosto che fermarsi un attimo e... semplicemente RESPIRARE...Nessuno può evitare la peggiore e la più pericolosa delle compagnie: noi stessi.

Un forte abbraccio