Psicofarmaci

Per favore, non rispondetemi con "è lo psichiatra a stabilire se sia il caso di prescrivere o meno gli psicofarmaci caso per caso". Vorrei impostare un discorso più generale.
Durante la mia lunga carriera di matto, ho - come è giusto - ricevuto molti generosi consigli da parte di quelli convinti di non esserlo:

Primo periodo, senza alcun tipo di aiuto esterno: "Ma come? Sai di avere un problema e non vai a farti aiutare? Ma fatti vedere da uno bravo!".
Dopo essermi fatto vedere da uno bravo e aver fatto scorta di caramelle: "E tu ti rovini la vita a 17 anni mandando giù psicofarmaci? Ma tu non sei matto, sei scemo!".
Dopo essere diventato più sveglio e aver cambiato abitudini alimentari: "Ma certo, tu pensi che la medicina sia a tua discrezione! Cominci e smetti quando ti pare, e magari ti lamenti anche! Sono stanco di darti consigli, sei un caso disperato!".

Queste preziose massime non necessariamente provenivano da persone diverse. Ma allora?
Anche tra i professinisti, durante incaute e informali confessioni saltate fuori nel corso di visite e sedute, ho notato che c'è un po' di confusione.
Il mio psichiatra: "Io le sconsiglio la psicoterapia. Se devo essere schietto, dubito che le cause dei problemi psichiatrici abbiano un'origine diversa da quella biologica. Prenda un po' di questo, di quest'altro e... ha detto che non dorme perché soffre per amore? Allora anche questo. E starà meglio."
Il mio psicoterapeuta: "Io le sconsiglio di continuare con i farmaci. Il suo non è un problema risolvibile con qualche palliativo. Se devo essere schietto, credo che nessun problema psicologico o psichiatrico lo sia. E' assurdo pensare che basti una pillola per curare l'anima di una persona. Mi diceva che ogni tanto da di matto? Di brutto? Che non riesce in nessun modo a controllarsi? Beh, io direi di cominciare a scavare nel suo passato: mi parli di suo padre. E starà meglio."

Insomma, cristallino.

Alla fine di tutto, ho trovato un'efficace via di mezzo. Dal barista di fiducia:
"Ciccio, un altro doppio"
"Arriva!"
"Ma te l'ho detto che mi è capitato oggi? Dunque. Ero da..."

Caro dylan,
innanzitutto ahimè è proprio lo psichiatra a stabilire se sia il caso di prescrivere o meno gli psicofarmaci caso per caso .
Fatta questa premessa posso dirti che è vero che c'è un pò di confusione a riguardo, soprattutto quando si tratta di ragazzi giovani.
La mia opinione la conosci da mesi ormai, e so che non ti piace molto.
A mio avviso gli psicofarmaci non possono bastare se non sono affiancati ad un'adeguata psicoterapia, perchè essi fungono da "stampella", finchè c'è tiene in piedi ma non insegna di certo a camminare...


Un abbraccio forte forte

Mi piace qualunque cosa lei dica.
Comunque, a prescindere da questo, preferirei realmente riuscire a fare a meno per sempre di entrambi i supporti. Proprio come sto sperimentando adesso.

Io sinceramente se potessi mi riempirei di pilloline , giusto per stare un po meglio, ma sicuramente farei anche terapia
lo psichiatra è un medico, ha un ruolo diverso dal terapeuta


Io ti consiglierei di andare dallo psichiatra ,se senti il bisogno prendi le medicine!

il terapeuta invece è diverso,
io non posso consigliarti perchè non ci sono mai stato e non so se funziona veramente

Ho già sperimentato tutti gli approcci possibili, inclusi i farmaci. E ora, come vedi, sono completamente san... oh... OH... OOOHHH! ACQUA CALDA BRUCIA BAMBINO! ACQUA CALDA BRUCIA BAMBINO! AH! AHHHHHHH!